Non ha ancora spento cento candeline, come molti dei suoi conterranei, ma Tzia Grazia Angius, 93 anni portati magnificamente, incarna tutta l’essenza del vivere sano ogliastrino. Erano le sue mani veloci, decise e allo stesso tempo delicate, ad ipnotizzare Vito Arra, quando, ancora bambino, osservava in religioso silenzio, il rito della chiusura dei Culurgionis, alla vigilia di una festa importante. E già! Perché seppur oggi questo piatto sia divenuto di consumo quotidiano, un tempo era prelibatezza, che ci si poteva permettere solo nelle occasioni speciali.
Era quella rapidità nella chiusura, che decretava se una donna fosse pronta a maritarsi o meno.
Era quella stessa danza delle mani che, come un cerimoniale vero e proprio, univa mamma e figlia, nel magico momento dell’insegnamento del ricamo a forma di spighetta, sulla pasta fresca.
Tzia Grazia Angius però, madre di 4 maschi, di quel privilegio non ha goduto. La sua soddisfazione personale l’ha avuta solo di recente, con le nipotine, quando è diventata nonna. Ma anche quando Vito - rendendo omaggio a chi la tradizione l’ha preservata - ha deciso che dei Culurgionis avrebbe fatto il fulcro della sua attività imprenditoriale.
E in questa terra aspra e meravigliosa, ricca di contrasti, fortemente identitaria, dove la disoccupazione raggiunge indici a due cifre percentuali e lo spopolamento è dilagante, ha fatto una scommessa: produrre quanto di meglio il patrimonio culinario locale offre, per proporlo al resto del mondo. Avviando così, un’azienda che realizza prodotti tipici ogliastrini e isolani, senza snaturarli e senza spezzare il legame con il territorio, creando sviluppo e lavoro.
A Tzia Grazia è dedicato l’impegno quotidiano dell’azienda nel produrre e tramandare ricette, gusto e qualità.
A Tzia Grazia e a tutte quelle donne e quegli uomini dell’Ogliastra che hanno contribuito a preservare un patrimonio enogastronomico senza uguali che, grazie a loro, tutti noi oggi possiamo ancora apprezzare.